Indagine multiscala della variazione del numero di copie di 7q11.23 nei disturbi del neurosviluppo
Utilizzando diversi approcci omici e modelli di malattie multiscala, i ricercatori di Human Technopole hanno scoperto gli effetti della CNV di 7q11.23, una sezione del cromosoma 7, sulla differenziazione neuronale, l’espressione genica, la sintesi proteica e l’eccitabilità neuronale intrinseca in due disturbi dello sviluppo neurologico (ossia, le sindromi di Williams-Beuren e della microduplicazione di 7q). I risultati della ricerca sono stati pubblicati su The Journal of Clinical Investigation.
Un parassita ingegnerizzato trasporta proteine terapeutiche al sistema nervoso centrale
Ingegnerizzare un parassita, il Toxoplasma gondii, naturalmente adatto ad attraversare la barriera emato-encefalica ed entrare nelle cellule neuronali, in modo che possa fornire proteine terapeutiche al sistema nervoso centrale: ecco il risultato dello studio di un gruppo di scienziati internazionali di cui fanno parte anche gli studiosi dell’Università degli Studi di Milano e di Human Technopole, appena pubblicata su Nature Microbiology.
Chan Zuckerberg Initiative premia il Glastonbury Group
Il Glastonbury Group è tra i destinatari dei premi del Data Insights Cycle 3. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di sviluppare un modello di apprendimento automatico che identifichi sottopopolazioni cellulari rilevanti per una certa malattia e preveda un fenotipo/malattia di interesse a partire da dati RNA-seq a singola cellula (scRNA-seq) su larga scala.
Capire la patogenesi dell’encefalite da SARS-CoV-2
In collaborazione con un team internazionale di scienziati, i ricercatori di HT hanno identificato una mutazione missenso in un gene coinvolto nell’immunità intrinseca del cervello come causa genetica dell’encefalite del tronco encefalico da SARS-CoV-2. I risultati sono pubblicati sul Journal of Experimental Medicine.
Dall’IA nuovi “campanelli d’allarme” per il tumore alla prostata
Uno studio di Human Technopole, dell’Institute of Cancer Research e del Royal Marsden NHS Foundation Trust di Londra ha mostrato che la presenza nel tumore alla prostata di cellule con differenze genetiche e di forma indica un maggiore rischio che la patologia si ripresenti, anche dopo dieci anni. Lo studio potrà aiutare i medici a personalizzare meglio il trattamento per questa patologia, adottando trattamenti più aggressivi in quei casi in cui emerga, grazie a questi parametri, un maggiore rischio di recidiva.