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La Piattaforma Nazionale di Microscopia Ottica con Nicola Maghelli

Nicola Maghelli, responsabile della Piattaforma Nazionale di Microscopia Ottica di Human Technopole, si presenta. La Piattaforma Nazionale di Microscopia Ottica è un hub tecnologico all’avanguardia, dotato di diversi sistemi e strumenti di microscopia di alto livello, che consentono a scienziati interni ed esterni di esplorare il mondo microscopico attraverso l’imaging di singole cellule e dei loro componenti con un’elevata risoluzione spaziale e temporale, potenzialmente migliorando la nostra comprensione delle malattie e aprendo la strada a nuove terapie.

Nicola, parlaci del tuo background: cosa ti ha ispirato a intraprendere una carriera nella ricerca sulle scienze della vita?

Sono sempre stato affascinato dal capire come funzionano le cose: questo mi ha portato a seguire un corso di studi in fisica. Dopo la laurea, mi sono trasferito in Germania dove ho iniziato a sviluppare microscopi, all’inizio soprattutto per applicazioni di scienza dei materiali. Poi ho iniziato a collaborare con i biologi e a sviluppare microscopi per applicazioni biologiche, e questo è stato l’inizio della mia carriera di microscopista!

Puoi condividere un’esperienza della tua carriera che ha avuto un impatto sul tuo sviluppo professionale? Ci sono fonti di ispirazione o modelli specifici che hanno influenzato il tuo percorso?

Non ho un singolo momento memorabile: piuttosto, la continua interazione con colleghi eccellenti provenienti da molti campi diversi ha avuto una grande influenza sul mio sviluppo professionale. Sono un forte sostenitore dell’interdisciplinarità e credo che uscire dalla nostra “zona di comfort scientifico” sia fondamentale: penso che affrontare progetti che all’inizio sembrano astrusi perché molto lontani dal nostro background scientifico sia fondamentale per ampliare la nostra visione scientifica, e trovo molto gratificante quando finalmente si riesce a intravedere il “quadro generale”!

Puoi descrivere un momento in cui hai affrontato una sfida o una battuta d’arresto significativa nella tua carriera, e come l’hai superata?

Alla fine del mio post-doc, il progetto in cui avevo investito anni di lavoro non stava dando i risultati sperati. Questo ha generato frustrazione e un senso di non realizzazione, che a sua volta mi ha portato a ripensare alle scelte professionali che avevo fatto. Credo di poter dire che questa battuta d’arresto mi ha costretto a considerare alternative che prima non avevo avuto il tempo di esplorare adeguatamente: ora so che, sebbene una battuta d’arresto possa essere percepita come un fallimento, può essere l’occasione giusta per reagire e reinventarsi.

Di cosa si occupa la Piattaforma di Microscopia Ottica in HT? Puoi spiegare brevemente gli obiettivi e le finalità del vostro lavoro?

La Piattaforma Nazionale di Microscopia Ottica è impegnata a sostenere la scienza fornendo ai nostri utenti le migliori tecnologie disponibili, dall’imaging alla preparazione dei campioni, dalla citometria a flusso all’imaging ionico. Il nostro staff ha un’esperienza di livello mondiale nella fornitura di servizi di imaging e siamo certi che le Piattaforme di HT avranno un grande impatto sulla comunità scientifica italiana.

Puoi condividere qualche progetto o iniziativa che la PN ha in programma di intraprendere?

La piattaforma sta già offrendo le tecnologie di imaging più avanzate che esistano sul mercato. Ma vogliamo offrire ai nostri utenti anche più di questo! Stiamo infatti lavorando per includere nella nostra lista di servizi anche tecniche di microscopia sperimentali. Ciò significa che i nostri utenti saranno in grado di beneficiare di tecnologie di imaging d’avanguardia, qualcosa che esiste solamente nei laboratori di ricerca ed è tipicamente difficile da ottenere perché non disponibile commercialmente. Non solo: la nostra unità di microscopia custom sarà il luogo ideale per sviluppare tecnologie originali e promuovere la collaborazione con partner accademici e commerciali.

In che modo la Piattaforma contribuisce al progresso della salute umana e della tecnologia?

Nella Piattaforma Nazionale di Microscopia Ottica visualizziamo la biologia in azione: vedere come un campione vivente si comporta, cresce e reagisce agli stimoli esterni è fondamentale per capire come funzionano gli intricati processi che regolano la vita stessa. Con le nostre tecnologie siamo in grado di aprire una finestra sul mondo microscopico, immaginando singole cellule e i loro componenti con una risoluzione spaziale e temporale che consente ai ricercatori di ottenere nuove conoscenze, che potenzialmente possono portare a una migliore comprensione delle malattie e aprire la strada a nuove terapie.

Quali sono le principali sfide che devi affrontare alla guida di una PN e come le superi?

L’iniziativa delle Piattaforme Nazionali è una novità: stiamo ancora definendo l’intero processo amministrativo e tecnico e ci sono molti dettagli da definire. Per fortuna, HT ha un team molto capace e questo rende le cose molto più facili. Tuttavia, noi responsabili di PIattaforma ci stiamo impegnando molto: credo che saremo in grado di avere un impatto significativo sulla comunità scientifica italiana e questa è la mia principale motivazione per superare tutte le sfide che stiamo affrontando.

Come riesci a mantenere un equilibrio tra lavoro e vita privata mentre gestisci una PN? Ci sono strategie che ritiene utili per gestire il tuo tempo in modo efficace?

Non posso negare che l’equilibrio tra lavoro e vita privata sia difficile da mantenere, soprattutto in questa fase di avvio in cui ci sono migliaia di argomenti da affrontare. Io e i miei colleghi siamo molto impegnati nella preparazione dei servizi da offrire alla comunità e ci sono giorni in cui la mia agenda è davvero piena. Non riuscirei a mantenere un equilibrio decente tra lavoro e vita privata se non avessi un partner con cui coordinarmi: ci dividiamo i compiti e riusciamo a conciliare lavoro e vita in modo ottimale. Tuttavia, a volte dobbiamo stabilire delle priorità: in generale non è possibile avere un perfetto equilibrio tra lavoro e vita privata!

Quali sono le tendenze o le tecnologie emergenti nel tuo campo di ricerca che trovi particolarmente eccitanti o promettenti per il futuro?

Ci sono diverse tecnologie che vale la pena tenere d’occhio: parlando di imaging, direi che una notevole è l’imaging a super-risoluzione. Non molto tempo fa, si pensava che il limite di diffrazione fosse la barriera definitiva che si incontrava quando si cercava di ottenere immagini a ingrandimenti sempre più elevati. Ciò significava che la risoluzione massima raggiungibile era di circa 200 nm, o 1/300 di un capello umano, mentre tutto ciò che era più piccolo sarebbe rimasto sfocato e fuori portata. Ora i biologi hanno accesso a tecnologie che consentono di raggiungere risoluzioni inferiori a 10 nm! Penso che questo sia affascinante e che offrirà nuove conoscenze sui meccanismi molecolari alla base della biologia. Un’altra tecnologia emergente è l’avvento dell’intelligenza artificiale: l’IA ha già dimostrato di essere una tecnologia così potente in molti campi (si pensi a ChatGPT!), ma applicata all’imaging nelle scienze della vita ha il potenziale per rivoluzionare l’intero settore. Questo sta già accadendo, e stiamo solo iniziando a scoprire cosa può fare l’IA applicata alle immagini biomediche.

Quale consiglio daresti ai giovani ricercatori che aspirano a diventare leader nel campo delle scienze biologiche?

Tenete la mente aperta! Guardatevi intorno, parlate con altri ricercatori, siate curiosi di ciò che accade al di fuori del vostro campo… diventare un leader non significa solo saper fare scienza: dovete interagire con le persone, capire il loro modo unico di esprimersi, comunicare i vostri pensieri in modo chiaro e diretto… poi dovete imparare a dare priorità e organizzare il vostro lavoro e quello del vostro team.

Come hai conosciuto Human Technopole? Cosa ti ha spinto a candidarti qui?

Ho sentito parlare per la prima volta di Human Technopole quando alcuni miei colleghi hanno fatto domanda qui: ho dato un’occhiata alla missione e l’ho trovata convincente, così ho deciso di chiedere maggiori dettagli. Volevo anche contribuire in prima persona alla comunità italiana dopo aver trascorso la maggior parte della mia carriera scientifica all’estero, così quando è arrivata l’occasione mi sono candidato ed eccomi qui!

Al di fuori delle tue responsabilità di ricerca e di lavoro, hai qualche hobby o interesse?

Sono un corridore e mi piace uscire a correre il più spesso possibile! Inoltre, sono uno skipper e con gli amici di tanto in tanto affittiamo una barca e trascorriamo dei bei momenti in mare. Suono anche la chitarra e, dopo aver studiato qualche anno al conservatorio, ho iniziato a suonare in una band con amici e ho fatto la mia parte di concerti nei pub, ai tempi… Mi piace anche l’astrofotografia e ho un telescopio, che purtroppo non viene utilizzato molto in questi giorni!

Cosa pensi che faresti se non fossi uno scienziato?

Questa è una domanda difficile! Onestamente, non lo so: alla fine del liceo ho fatto domanda per l’Aeronautica Militare, ma alla fine ho deciso di non arruolarmi. Se le cose fossero andate diversamente, forse quella sarebbe stata la mia carriera adesso…

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