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Le “donne alla carica” di Forbes

Forbes Italia ha selezionato 100 figure professionali femminili che nel 2022, con il loro impegno e capacità di leadership, hanno aggiunto valore ai settori chiave della società, contribuendo alla crescita del Paese. La nostra Institutional Relations Manager, Marica Nobile, è tra di loro.

Congratulazioni Marica! Il ruolo di Institutional Relations Manager potrebbe non essere il primo che viene in mente quando si pensa a un istituto di ricerca nelle scienze della vita. Ci puoi spiegare in cosa consiste il tuo lavoro?

È vero, quando si parla di scienza spesso non si pensa che, per permettere ai ricercatori di fare bene il proprio lavoro, c’è bisogno di un team di persone con professionalità molto differenti che creino le condizioni adatte. Inoltre, in un istituto di ricerca pubblico, come HT, è fondamentale che si crei un filo diretto con i decisori politici e gli interlocutori non scientifici per far comprendere quanto sia importante il lavoro portato avanti dairicercatori.

Il mio ruolo è quello di fare da cerniera tra la Fondazione e gli stakeholder che non appartengono direttamente al mondo della ricerca scientifica. Mi piace pensare al mio lavoro come a quello di un interprete: da un lato racconto all’esterno quello che facciamo perché ne venga percepita l’importanza e, nel caso dei decisori politici, possa essere preso in considerazione il nostro punto di vista in decisioni che potrebbero avere un impatto sulla ricerca di HT. Dall’altro, metto al servizio della Fondazione la mia conoscenza dell’ecosistema in cui ci muoviamo, perché nella definizione delle strategie interne vengano prese in considerazione anche le aspettative degli stakeholder.

Come si svolge una giornata tipo allo Human Technopole?

La cosa che amo di più del mio lavoro è che non esiste una giornata tipo. Chi fa il mio lavoro è un problem solver per definizione: un giorno organizzi la visita del Ministro della Ricerca ai nostri laboratori, il giorno dopo scrivi la relazione annuale alle Camere, il terzo giorno intervieni in un panel per presentare HT agli interlocutori più disparati, il tutto mentre cerchi di facilitare il rilascio del visto per l’Italia a un ricercatore rimasto bloccato nel paese di origine, scrivi un intervento per il Presidente o controlli l’attività parlamentare per capire se le novità dell’ultimo decreto abbiano un impatto sulla nostra attività. Non ci si annoia mai!

Qual è, secondo te, la qualità/abilità più importante per una persona che ricopre la tua posizione?

Curiosità ed empatia, il resto si acquisisce sul campo. Per fare l’”interprete”, come dicevo prima, è necessario capire il punto di vista di chi si ha davanti e lo si riesce a fare solo se si ha voglia di scoprire, di indagare, di studiare e soprattutto di mettersi “in relazione” con l’altro: senza essere curiosi ed empatici tutto questo è davvero difficile.

Qual è il tuo background accademico e professionale? Di cosa ti occupavi prima di entrare in HT?

Mi sono laureata in Scienze Politiche e ho un PhD in Filosofia Politica. Poco prima di dibattere la mia tesi di dottorato (su Islam e diritti umani) mi è stato offerto uno stage in Confindustria per occuparmi delle relazioni con i paesi arabi. Ho accettato pensando potesse essere una buona opportunità per comprendere meglio la cultura dei paesi di cui stavo studiando la filosofia e la religione e mi sono appassionata alle relazioni internazionali. Così sono rimasta per quasi dieci anni a occuparmi della promozione delle imprese italiane prima nell’area MENA e poi in tutta l’Africa. Poi ho avuto un’esperienza a Bruxelles, dove ho strutturato la strategia di approccio del sistema imprenditoriale italiano alla nuova cooperazione allo sviluppo dell’UE. Sono poi passata a guidare le relazioni istituzionali e internazionali di una multinazionale italiana nel settore delle costruzioni per poi arrivare in Cassa Depositi e Prestiti, dove curavo le relazioni con gli stakeholder e le associazioni. Infine è arrivato il Covid e ho capito che le mie competenze potevano servire qualcosa di grande e importante come le scienze della vita…ed eccomi qui.

Qual è la lezione più importante che hai imparato allo Human Technopole?

Che la scienza non ha confini ed è patrimonio di tutti. Trovo che non ci sia un messaggio più bello e potente in questo momento.

Essere inclusa nella lista delle 100 donne di Forbes è un grande risultato. Quale sarà il prossimo passo?

“The sky is the limit”… scherzo! I riconoscimenti formali piacciono a tutti, e quello di Forbes mi tocca particolarmente per la motivazione. Pensare che il mio impegno abbia aggiunto valore e contribuito alla crescita del mio Paese è davvero lusinghiero e mi motiva a fare ancor di più e meglio, magari ispirando giovani donne a fare un mestiere complesso, ma mai noioso, come il mio. E magari a servizio della scienza!

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