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HT alla 23ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano

Tra le opere in mostra alla 23ª Esposizione Internazionale, “Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries”, anche due immagini al microscopio dei ricercatori di Human Technopole.

L’ignoto, lo sconosciuto, quello che “quello che sappiamo di non sapere”. È questo il tema al cuore della mostra, curata da Ersilia Vaudo, astrofisica e Chief Diversity Officer dell’Agenzia Spaziale Europea. Un tema che rispecchia le attività di ricerca di Human Technopole che mirano ad approfondire la nostra conoscenza della biologia umana e i meccanismi alla base delle malattie.

Grazie agli ultimi avanzamenti in ambito scientifico sappiamo infatti che gli esseri umani sono uguali, ovvero le nostre sequenze genetiche sono identiche, al 99.9%. Tuttavia, l’aspetto, la reazione a cibi, a farmaci e a infezioni differiscono da individuo a individuo. Rimane quindi ancora molto da scoprire sul quel 0.01% che influenza il modo in cui ci ammaliamo e il modo in cui possiamo guarire o migliorare la nostra salute.

Gli scienziati di HT sono impegnati in studi all’avanguardia che sfruttano le più recenti tecnologie per migliorare le nostre conoscenze rispetto all’insorgenza e allo sviluppo di determinate malattie. La nostra attività di ricerca è quella che viene definita “ricerca di base”, ovvero quel tipo di ricerca che vuole – semplicemente – andare a fondo, ampliare il nostro sguardo su come funziona il mondo circostante, senza una precisa applicazione pratica. Indagare quindi su quello che “sappiamo di non sapere”.

Le due immagini scelte per la mostra “Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries” provengono a due gruppi di ricerca del Centro di Biologia Strutturale, impegnato nello studio della struttura e del funzionamento dei meccanismi macromolecolari.

La struttura molecolare all’origine della vita

La scarsa mobilità degli spermatozoi è responsabile per circa l’80% dei casi di infertilità. La coda degli spermatozoi, o flagello, è un tipico esempio di ciglia, organelli presenti sulla superficie della maggior parte delle cellule animali e responsabili di funzioni motorie, sensorie e di comunicazione tra cellule. In assenza di un particolare amminoacido – la glicina – all’interno della sequenza proteica della tubulina, componente essenziale dello scheletro della coda dello spermatozoo, questo perderà la capacità di muoversi su una traiettoria rettilinea e si muoverà in cerchio compromettendo le possibilità di fecondazione. Lo studio, pubblicato sulla copertina di Science di gennaio 2021, è stato condotto da ricercatori del Pigino Group dello Human Technopole di Milano e Max Planck Institute di Dresda in collaborazione con l’Institute Curie di Orsay e il Centro di Ricerca e Studi Avanzati Europei di Bonn.

La trascrizione da DNA in RNA

L’immagine, realizzata dal Vannini Group di Human Technopole, è una rappresentazione artistica di un modello tridimensionale di RNA polimerasi III, un enzima fondamentale per la vita di tutte le cellule, le cui mutazioni possono avere gravi conseguenze per la salute. L’immagine rappresenta il momento in cui viene avviata la trascrizione da DNA in RNA ovvero la decodifica delle informazioni genetiche contenute all’interno del genoma eucariotico. Conoscere la struttura e le possibili mutazioni di questo enzima potrebbe consentire in futuro di sviluppare strumenti per contrastarne gli effetti negativi, tra cui l’ipersensibilità ai virus (per esempio quello della varicella), ma anche alcuni disturbi dello sviluppo neurologico e alcuni tipi di tumore, in cui questo enzima è attivo in maniera “eccessiva”.

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