Human Technopole festeggia i suoi primi PhD
Sono tre i giovani scienziati dello Human Technopole che, per la prima volta dalla sua fondazione, hanno conseguito un dottorato di ricerca portando avanti il loro percorso all’interno dell’istituto: Alessandro Vinceti, Davide Castaldi e Marco Tullio Rigoli, tutti iscritti al programma di systems medicine della Scuola Europea di Medicina Molecolare (SEMM).
Milano, 12 aprile 2024 – Lo Human Technopole ha i suoi primi giovani scienziati laureati dottori di ricerca: sono Alessandro Vinceti, Davide Castaldi e Marco Tullio Rigoli i tre giovani che hanno preso parte al programma di dottorato in systems medicine della Scuola Europea di Medicina Molecolare (SEMM), sviluppato in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e di cui Human Technopole è dal 2019 una delle istituzioni ospitanti, che si rivolge ai giovani ricercatori interessanti ai diversi ambiti della biomedicina. Le discussioni delle loro tesi si sono tenute ieri mattina a Milano presso la sede della SEMM, insieme a quelle degli altri dottorandi, mentre la proclamazione ufficiale è avvenuta nel pomeriggio.
L’attività di ricerca di Alessandro Vinceti è focalizzata sullo sviluppo di nuovi algoritmi e metodi bioinformatici sull’ottimizzazione del celebre sistema di editing genomico CRISPR-Cas9 che viene utilizzato, tra le altre cose, per analizzare il genoma umano e individuare quali sono i geni da cui dipende la sopravvivenza delle cellule tumorali. Per migliorare questo processo, Vinceti ha lavorato alla correzione di alcune distorsioni causate dall’enzima Cas9, che possono portare a errori nell’interpretazione dei dati analizzati, e alla progettazione di nuovi strumenti in grado di ridurre al minimo i reagenti necessari per effettuare queste operazioni. Una migliore individuazione dei geni da cui dipendono i tumori può infatti accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci contro queste patologie, che è uno degli obiettivi principali del team di Francesco Iorio, group leader presso il Centro di ricerca in Biologia Computazionale di Human Technopole, di cui Alessandro fa parte.
Marco Tullio Rigoli studia l’impatto che ormoni e interferenti endocrini, molecole note per la loro capacità di alterare il sistema endocrino, hanno sullo sviluppo del sistema nervoso umano, in relazione alle numerose patologie associate alla loro diffusione nell’ambiente, tra cui il disturbo dello spettro autistico (ASD) e l’attention deficit-hyperactivity disorder (ADHD). All’interno del gruppo di ricerca di Giuseppe Testa, direttore del programma di ricerca in Neurogenomica di Human Technopole, Rigoli, in collaborazione con i computational scientists del gruppo Testa, ha sviluppato un atlante di riferimento che raccoglie tutti i potenziali effetti causati dagli ormoni sulle cellule della corteccia cerebrale durante il suo sviluppo, utilizzandolo in seguito per sperimentare sui cosiddetti “organoidi”, speciali cellule in vitro derivate dai pazienti che simulano i tessuti umani della corteccia stessa. Esponendo continuamente questi organoidi di corteccia ad alcune molecole correlate a una riduzione del quoziente intellettivo, Rigoli e il suo gruppo stanno ora cercando possibili correlazioni tra le alterazioni causate da questa esposizione e alcuni specifici meccanismi propri del sistema endocrino.
Anche Davide Castaldi fa parte del gruppo di ricerca di Giuseppe Testa, direttore del programma di ricerca in Neurogenomica di Human Technopole, e si occupa di sviluppo tecnologico e metodi di analisi computazionale applicati alla neurobiologia. In particolare, si è focalizzato su combinare e sviluppare analisi bioinformatiche al fine di valutare e migliorare gli organoidi cerebrali come modelli di neurosviluppo. Il suo lavoro si inserisce a cavallo del miglioramento computazionale e quello sperimentale degli organoidi cerebrali e ha permesso una caratterizzazione a più livelli degli organoidi. Da una parte, ha partecipato al lavoro per sviluppare sistemi per profilare il trascrittoma a singola cellula di organoidi da più individui in modo combinato, dall’altra ha preso parte in prima linea alla caratterizzazione di un nuovo modello di arealizzazione corticale in vitro.