Perché preferiamo un cibo ad un altro?
In uno studio pubblicato su Nature Communications da Nicola Pirastu e i suoi collaboratori, sono stati indentificati nuovi loci coinvolti nelle scelte alimentari individuali, migliorando la nostra comprensione della genetica alla base del gradimento dei cibi.
Il politico francese Jean Anthelme Brillat-Savarin è diventato famoso per la sua passione per il cibo e per l’aforisma “Dimmi cosa mangi: Ti dirò chi sei”. Al giorno d’oggi, le abitudini alimentari individuali nel mondo occidentale sono dettate principalmente dalla cultura, dall’istruzione e dal contesto socioeconomico. Gli esseri umani hanno sviluppato una certa preferenza o gradimento per il cibo e il gusto, che può avere un impatto sulla loro salute e sul loro benessere. Ma cosa ci spinge a preferire un certo cibo rispetto a un altro? In passato, alcuni studi hanno suggerito che il gradimento del cibo è un tratto ereditabile e hanno identificato alcuni fattori genetici che controllano il comportamento alimentare. Tuttavia, sappiamo ancora poco sull’origine genetica del gradimento degli alimenti.
Nicola Pirastu, biostatistico presso lo Human Technopole Genomics Research Centre, e i suoi collaboratori presso l’Usher Institute dell’Università di Edimburgo hanno risposto a queste domande eseguendo uno studio di associazione sull’intero genoma su larga scala (in inglese “genome-wide association study”, o GWAS) analizzando le risposte di 150.000 partecipanti della UK Biobank, un database biomedico pubblico che contiene informazioni genetiche e sulla salute di mezzo milione di cittadini inglesi, ad un questionario online sulle proprie preferenze alimentari. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications.
I ricercatori hanno mappato le relazioni tra le diverse preferenze alimentari e ha identificato tre categorie principali di gradimento del cibo, ovvero “Altamente appetibile” (che comprende alimenti altamente gratificanti dal punto di vista energetico, come dolci, carne e cibi salati), ii) “Basso contenuto calorico” (verdure, frutta e cereali integrali) e iii) “Acquisito” (cibi e bevande che richiedono un gusto acquisito come il caffè, il vino, il formaggio e le verdure dal sapore pungente). Hanno riscontrato una forte correlazione genetica tra le categorie alimentari e i tratti dello stile di vita. I loro studi hanno rivelato che il tratto “Altamente appetibile” era correlato all’obesità, a uno status socio-economico più basso e a un basso livello di attività fisica, mentre il tratto “Basso contenuto calorico” era correlato a uno stile di vita più sano indipendentemente dallo status socio-economico degli individui e il tratto “Acquisito” era correlato positivamente a uno status socio-economico elevato, all’attività fisica e al consumo di alcol. Gli scienziati hanno anche osservato una correlazione genetica tra le categorie alimentari e distinte aree cerebrali responsabili del gradimento del cibo. Infine, hanno identificato 250 varianti genetiche associate ad una preferenza alimentare e localizzate in 171 loci genomici, la maggior parte delle quali non sono mai state descritte prima. I risultati sono stati convalidati su più di 25.000 individui provenienti da undici coorti indipendenti, indicando in maniera evidente come la genetica contribuisca significativamente a determinare le preferenze alimentari individuali.
Si tratta, in sintesi, dell’analisi genetica più completa mai realizzata per comprendere i fattori che determinano il gradimento dei cibi e identificare nuovi loci genetici associati alle preferenze alimentari individuali. Questo studio può contribuire a comprendere i meccanismi molecolari e neuronali che determinano il gradimento individuale dei cibi. Data l’importanza di una dieta equilibrata per la salute umana, queste conoscenze potrebbero aiutare a definire diete personalizzate per migliorare il benessere delle persone.