La comprensione dell’origine dell’evoluzione del cervello umano e dei meccanismi molecolari sottostanti è resa difficile dalla complessità del cervello stesso e dalle barriere etiche all’uso di campioni umani. Il Kalebic Group spiega come sia possibile sfruttare gli organoidi del prosencefalo umano per studiare l’evoluzione del cervello e le patologie del neurosviluppo.
L’evoluzione del cervello umano è stata collegata a un aumento delle dimensioni del cervello e, in particolare, all’espansione della neocorteccia, una regione cerebrale specializzata che controlla le funzioni cognitive superiori come le decisioni consapevoli e il linguaggio. L’espansione della neocorteccia è il risultato di una maggiore produzione di cellule neuronali da cellule progenitrici neurali chiamate basal radial glia (bRG). Una proliferazione alterata delle bRG ha un impatto sulle cellule neuronali e porta all’insorgenza di disturbi del neurosviluppo.
Flaminia Kaluthantrige Don e Nereo Kalebic del Centro di Neurogenomica di HT hanno passato in rassegna le attuali ricerche sugli organoidi cerebrali – strutture tridimensionali in miniatura simili a organi, cresciute in coltura da cellule staminali pluripotenti e che riproducono le caratteristiche principali del cervello umano – come strumento per studiare lo sviluppo del cervello umano in vitro, superando così le limitazioni all’accesso e alla disponibilità di campioni di cervello umano. I ricercatori illustrano come gli organoidi del prosencefalo – la parte più anteriore del cervello – siano stati fondamentali per far luce sulle caratteristiche molecolari e cellulari delle bRG e come la deregolazione delle vie essenziali di trasduzione del segnale nelle bRG sia coinvolta nell’insorgenza di varie malattie del neurosviluppo.
L’immagine mostra delle cellule progenitrici neurali (verdi) che rivestono un ventricolo di un organoide cerebrale di 76 giorni. Una sottopopolazione di questi progenitori, chiamata glia radiale basale (bRG), contrassegnata da un marker bRG (magenta), ha la sua nicchia proliferante più lontana dal ventricolo.
Uno studio internazionale coordinato dallo Human Technopole, dall’Istituto Candiolo IRCCS di Torino, dall’Università di Torino e dal Wellcome Sanger Institute di Cambridge (UK) ha svelato alcuni fattori associati alla risposta terapeutica nel cancro al colon-retto e ha permesso di sviluppare un modello di machine-learning in grado di prevedere con precisione gli effetti del cetuximab (un farmaco di uso corrente) sui vari sottotipi di questo tumore. I risultati dello studio, sostenuto da Fondazione AIRC, pongono le basi per l’identificazione di caratteristiche molecolari che potrebbero essere utilizzate in futuro come “biomarcatori” per predire la risposta al trattamento nei pazienti affetti da questo tipo di cancro.
Il direttore di Human Technopole, Marino Zerial, ha ricevuto il Premio Mercurio 2024 nella categoria “Ricerca e Sviluppo”, un riconoscimento che premia l’eccellenza delle sue ricerche nel campo della biologia cellulare. Zerial, noto per i suoi studi sui meccanismi di endocitosi e trasporto cellulare, ha contribuito significativamente alla comprensione delle dinamiche cellulari, con potenziali applicazioni terapeutiche in malattie come quelle epatiche.
Ricercatori dello Human Technopole, dell’Institute of Molecular Biotechnology e dell’Università Bicocca hanno messo a punto un metodo per lo sviluppo di assembloidi cerebrali che consente di riprodurre in vitro aspetti salienti della polarità antero-posteriore della corteccia cerebrale umana e apre nuove possibilità di modellizzazione delle malattie. Lo studio è pubblicato su Nature Methods.
Clelia Peano, responsabile della Piattaforma Nazionale di Genomica, si presenta. La Piattaforma offre servizi all’avanguardia per sviluppare workflow sperimentali e analitici robusti per esplorare diverse aree della ricerca genomica, tra cui l’analisi di DNA e RNA, la struttura della cromatina e i meccanismi epigenetici che regolano la trascrizione. L’obiettivo è migliorare la ricerca genomica in tutti i suoi aspetti, a beneficio dell’intera comunità scientifica italiana.
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