Selezionati i progetti di ricerca dell’Early Career Fellowship Programme
Sono stati selezionati i vincitori della prima edizione dell’Early Career Fellowship Programme promosso da Human Technopole: si tratta di cinque giovani ricercatori, tre donne e due uomini, tutti italiani provenienti da istituti di ricerca esteri (USA, Austria, Germania e Svizzera), ciascuno dei quali sarà finanziato dall’Istituto con una borsa di studio di 200.000 euro all’anno per sviluppare innovativi progetti nelle scienze della vita. L’iniziativa, che prevede un investimento complessivo su cinque anni di 5 milioni di euro, ha il patrocinio del Ministero dell’Università e della Ricerca e intende favorire lo sviluppo di giovani scienziati indipendenti, di talento e all’inizio della propria carriera che hanno ottenuto risultati e riconoscimenti significativi e che desiderano svolgere la loro attività di ricerca presso un’istituzione italiana. Allo stesso tempo, l’Early Career Fellowship Programme promuoverà rapporti di collaborazione tra HT e la comunità scientifica italiana.
Farmaci più efficaci contro il COVID-19, nuove terapie contro i tumori cerebrali ma anche la comprensione del perché il cervello dei primati abbia capacità tanto più raffinate rispetto a quello degli altri animali, la conoscenza del ruolo dell’alterazione del sistema immunitario nell’insorgere di gravi patologie neurologiche e lo studio della capacità del microbiota intestinale di proteggere l’organismo umano dall’infezione di microrganismi dannosi: sono questi gli obiettivi ambiziosi che si pongono i progetti vincitori del bando. Le ricerche selezionate non saranno sviluppate nei laboratori di Human Technopole ma saranno effettuate in altri istituti di ricerca o università italiane.
Il direttore di Human Technopole Iain Mattaj sottolinea: “Siamo molto soddisfatti dei risultati di questo bando: i ricercatori che hanno partecipato e i progetti da loro presentati sono tutti di altissimo livello. I candidati provenivano da ogni parte del mondo, come dimostrano i vincitori che arrivano da prestigiosi centri di ricerca negli Stati Uniti, Germania, Svizzera e Austria. Nel complesso, oltre il 60% delle candidature presentate erano di ricercatori che lavorano attualmente presso istituti di ricerca esteri. A partire dal prossimo anno questi giovani scienziati inizieranno a lavorare in importanti istituti italiani: in questo l‘iniziativa rispecchia pienamente la vocazione di Human Technopole di centro di ricerca aperto e collaborativo impegnato a formare la prossima generazione di scienziati”.
Il bando e i vincitori
Il programma, alla sua prima edizione, è aperto a giovani di ogni nazionalità che hanno completato un dottorato di ricerca negli ultimi otto anni. È stata posta come condizione vincolante la scelta di sviluppare il proprio progetto di ricerca presso un istituto di ricerca o un’università italiana diversa dall’istituzione di origine. I progetti presentati sono stati sottoposti a una preselezione basata sulla loro competitività e sulla coerenza con i settori di ricerca attualmente attivi in Human Technopole: su questi criteri sono stati selezionati per passare alla successiva fase 9 progetti riferiti all’area della genomica, 7 alla neurogenomica, 5 alla biologia strutturale e 2 alla biologia computazionale. La valutazione di questi 23 progetti è stata effettuata, secondo stringenti criteri di eccellenza scientifica, da commissioni di valutazione composte da ricercatori di profilo internazionale attivi nelle diverse aree di ricerca e in prevalenza esterni a Human Technopole, tra cui anche un esperto nominato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Il lancio della seconda edizione dell’Early Career Fellowship Programme è previsto per l’autunno 2021.
Sono risultati vincitori della prima edizione:
Veronica Krenn: 36 anni, nata a Oggiono (LC), proviene dall’Institute for Molecular Biotechnology di Vienna e svilupperà il suo progetto presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Integrando genomica funzionale e innovativi metodi di profiling e utilizzando cellule staminali pluripotenti indotte per costituire organoidi cerebrali tridimensionali, intende comprendere il ruolo delle diverse componenti del sistema immunitario nell’insorgere delle malattie del neurosviluppo.
Mirko Cortese: 36 anni, nato a Napoli, proviene dall’Università di Heidelberg in Germania e svilupperà il suo progetto di ricerca presso il Telethon Institute of Genetics and Medicine (TIGEM) di Napoli. Integrando virologia, biologia molecolare, biologia cellulare e imaging, intende approfondire i meccanismi attraverso cui l’infezione da SARS-CoV-2 provoca la malattia. Le nuove conoscenze che saranno acquisite da un lato potranno essere utili per sviluppare nuovi farmaci per contrastare il COVID-19, ma dall’altro sveleranno anche nuove proprietà di processi cellulari coinvolti in altre malattie, incluse malattie multifattoriali e malattie genetiche.
Carmen Falcone: 32 anni, nata a Nocera Inferiore (SA), proviene dalla University of California, Davis e svilupperà il suo progetto presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. Integrando competenze di neurogenomica, bioinformatica ed elettrofisiologia, intende indagare le caratteristiche che rendono il cervello dei primati capace di funzioni avanzate. Sarà posta particolare attenzione al ruolo di un particolare tipo di cellule cerebrali, gli astrociti interlaminari, nella creazione della connettività neurale della corteccia cerebrale dei primati.
Gabriele Micali: 33 anni, nato a Milano. Proviene dall’ETH di Zurigo (Istituto federale di tecnologia) e da eawag (Istituto federale di scienze e tecnologie acquatiche) e svilupperà il suo studio presso l’IRCCS Humanitas di Milano. Integrando modelli matematici ed esperimenti di microbiologia a singola cellula intende approfondire la conoscenza del microbiota umano, le popolazioni di batteri che vivono in maniera simbiotica all’interno del nostro corpo. La ricerca mira a identificare i meccanismi con cui queste popolazioni proteggono l’essere umano dalla colonizzazione di microrganismi dannosi. Obiettivo sul lungo periodo è chiarire il collegamento tra la composizione e le funzioni svolte dai batteri del microbioma intestinale e la salute umana.
Dafne Campigli Di Giammartino: 42 anni, nata a Firenze, proviene dalla Weill Cornell Medical School di New York e svilupperà il suo progetto di ricerca presso l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova. Utilizzando genomica, proteomica e strumenti di ingegneria epigenetica, intende studiare nelle cellule staminali pluripotenti e nelle cellule staminali tumorali la struttura 3D della cromatina, la sostanza che forma il nucleo delle cellule e che contiene le informazioni genetiche. Queste nuove conoscenze potranno trovare applicazione nello sviluppo di nuove terapie contro i tumori, con particolare riferimento a quelli cerebrali.