Luisa Zuccolo si presenta

Luisa Zuccolo è un’epidemiologa interessata all’interazione tra la salute materna e quella infantile. Attualmente è Senior Lecturer presso l’Unità di Epidemiologia Integrativa del Dipartimento di Scienze della Salute della Popolazione all’Università di Bristol (Regno Unito).

Luisa entrerà in HT a luglio 2022, ma sta già lavorando per costruire il suo gruppo e avviare la sua attività di ricerca presso l’Health Data Science Centre.

Cosa ti ha spinto a intraprendere una carriera scientifica?

Sono sempre stata curiosa del mondo intorno a me, ma anche interessata a trovare soluzioni a ogni tipo di problema pratico. Dopo aver studiato Fisica all’università, ho scoperto che per lo piu’ la mia vocazione scientifica era motivata da cio’ che puo’ fare la differenza alle condizioni di vita della gente. Ho scelto Epidemiologia in modo da poter applicare i principi scientifici alla ricerca di come migliorare la salute degli individui e delle popolazioni.

Raccontaci un po’ della tua ricerca. Su cosa lavorerai all’Health Data Science Research Centre?

Il mio gruppo studierà come fattori biologici e sociali influiscano sulle interazioni dinamiche tra la salute materna e quella infantile. Descriveremo, modelleremo e districheremo gli effetti intergenerazionali, integrando una gamma di metodi di ricerca per dati complessi, ovvero fenotipi molecolari e genomica, tracciati digitali e cartelle cliniche elettroniche. I nostri risultati saranno mirati ad indirizzare politiche e interventi per migliorare la salute materna, infantile e adolescenziale.

Quale pensi sia l’aspetto più affascinante della tua ricerca?

La mia ricerca è altamente interdisciplinare, sia negli approcci che nei dati utilizzati. Trovo molto interessante l’idea di poter integrare grandi quantità di informazioni, dai genomi alle cartelle cliniche, e persino i dati di tracciamento dagli smartphone, per rispondere a domande trascurate ma importanti come, ad esempio, il perché alcune mamme e bambini si trovino ad affrontare più difficoltà con l’allattamento al seno, e come potremmo sostenerli meglio.

Qual è l’aspetto più difficile del fare ricerca e come lo affronti?

Nella scienza, lungo la strada del successo si incontrano numerosi fallimenti. Per me la sfida più grande è imparare da questi fallimenti, il che significa anche sapere quando accantonare un progetto o un’idea che non funziona come previsto, per fare spazio ad alternative più promettenti.

Come hai saputo di Human Technopole e cosa ti ha attratto qui?

Ho sentito parlare per la prima volta di HT dai giornali italiani che parlavano dei progetti per questo nuovo istituto di ricerca internazionale per le scienze della vita nell’area dell’Expo di Milano. Come scienziato italiano che si occupa di ricerca sulla salute mi è sembrato molto entusiasmante. Ci sono tante ragioni per cui volevo entrare a far parte di HT, prima di tutto la prospettiva di collaborazione tra più discipline, per ampliare l’ambito del mio lavoro dalla scoperta all’applicazione pratica dei risultati. Un Centro di Health Data Science che sorga accanto alla ricerca sulla biologia fondamentale offre un’opportunità rara ed interessantissima: il poter imparare a lavorare all’interfaccia tra le scienze della vita e gli studi di popolazione, per affrontare insieme vecchi e nuovi rischi per la salute.

Basta con il lavoro! Cosa ti piace fare nel tempo libero?

Sono un’estroversa: amo circondarmi di amici e famiglia, cucinare e mangiare insieme. Mi piace anche la musica dal vivo e ballare. Sono un’appassionata di trail running (non competititvo), e mi diverto ad esplorare nuovi percorsi nei boschi quando ho bisogno di rilassarmi e trovare spazio mentale. Non vedo l’ora di vivere nuove avventure tra le colline e le montagne del Nord Italia!

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