Ricapitolare le fasi iniziali dello sviluppo embrionale in vitro
06 Settembre 2022
Ricapitolare le fasi iniziali dello sviluppo embrionale in vitro
Il differenziamento di cellule staminali pluripotenti (PSC) è stato utilizzato con successo per studiare lo sviluppo di tessuti e organi in vitro. Eleonora Conti e Oliver Harschnitz discutono i pro e i contro dell’uso delle PSC umane per studiare lo sviluppo dei placodi – strutture embrionali che danno origine a diversi organi – durante le prime fasi dello sviluppo embrionale nell’uomo.
L’ectoderma è il foglietto embrionale più esterno dell’embrione dei vertebrati durante le prime fasi dello sviluppo. I placodi sono ispessimenti dell’ectoderma coinvolti nella formazione di organi di senso come orecchio, naso, occhio e neuroni sensoriali. I segnali cellulari che innescano lo sviluppo dei placodi, e la loro regolazione, sono stati caratterizzati principalmente in modelli animali, ma rimangono poco studiati nel contesto dello sviluppo embrionale umano, a causa della limitata disponibilità di campioni di tessuto fetale e delle questioni etiche legate a questo tipo di ricerca. La riprogrammazione di cellule somatiche umane adulte in cellule staminali pluripotenti (hPSC) in grado di differenziarsi in qualsiasi tipo di cellula dell’organismo consente di superare, almeno in parte, tali limitazioni. Il differenziamento delle hPSC in progenitori dei placodi e in tessuti da essi derivanti ha contribuito ad ampliare le nostre conoscenze sullo sviluppo dei placodi, risultando così complementare agli studi fatti in modelli animali. Tuttavia, lo sviluppo dei placodi nell’embrione umano rimane poco conosciuto.
Eleonora Conti e Oliver Harschnitz evidenziano le similitudini tra lo sviluppo dei placodi in vivo ed il loro differenziamento in vitro e forniscono una panoramica su come le hPSC possano facilitare lo studio dello sviluppo dei placodi nell’uomo in condizioni fisiologiche e patologiche. Gli autori discutono le limitazioni tecniche relative all’uso delle hPSC per modellare lo sviluppo placodale umano, per esempio la ridotta diversità cellulare derivante dalle hPSC in vitro rispetto a quella presenti in vivo, nonché i diversi protocolli usati per il differenziamento delle hPSC. Infine, gli autori suggeriscono che modelli cellulari tridimensionali (per esempio gli organoidi) possano aiutare a superare queste limitazioni tecniche e discutono il potenziale delle analisi high-throughput a livello di singola cellula in questi modelli per far luce sull’origine dei placodi nell’ectoderma.
Lo Human Technopole di Milano, ELIXIR Italia, il nodo nazionale dell’infrastruttura di ricerca europea per le scienze della vita coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), e il Centro Cardiologico Monzino, come centro coordinatore italiano, sono stati selezionati come partner italiani di Genome of Europe (GoE), il più grande progetto genomico finanziato dall’Unione Europea, che […]
Venerdì 13 dicembre, a Palazzo Mezzanotte a Milano, il “Report integrato 2023” della Fondazione Human Technopole ha ricevuto l’Oscar di Bilancio nella categoria imprese sociali e organizzazioni no profit. A ritirare il premio, il Presidente Gianmario Verona, Elena Trovesi, Head of Administration, e i curatori del progetto Giovanni Selmi, Head of Finance, e Alessandro Cavallari, […]
Un team internazionale di scienziati di Human Technopole e dell’Università degli Studi di Milano ha sviluppato e verificato l’efficacia di un approccio innovativo per studiare lo sviluppo del cervello umano di più individui contemporaneamente in singoli organoidi, modelli che riproducono in laboratorio i principali processi cellulari del neurosviluppo umano. La ricerca apre la strada a studi di popolazione in vitro. Nel portare avanti la ricerca, gli scienziati hanno inoltre sviluppato un nuovo metodo computazionale per quantificare, in maniera più accurata rispetto ai metodi attuali, l’identità genetica delle singole cellule profilate da più individui contemporaneamente. La pubblicazione su Nature Methods.
Alcuni ricercatori di Human Technopole, a Milano, hanno identificato il gene adducina-γ (ADD3) quale regolatore cruciale della morfologia delle cellule staminali del glioblastoma e delle connessioni tra le cellule tumorali. Queste connessioni permettono alle cellule tumorali di condividere risorse, sfuggire alla chemioterapia e sopravvivere in condizioni difficili. Lo studio è stato sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Life Science Alliance.
Uno studio internazionale coordinato dallo Human Technopole, dall’Istituto Candiolo IRCCS di Torino, dall’Università di Torino e dal Wellcome Sanger Institute di Cambridge (UK) ha svelato alcuni fattori associati alla risposta terapeutica nel cancro al colon-retto e ha permesso di sviluppare un modello di machine-learning in grado di prevedere con precisione gli effetti del cetuximab (un farmaco di uso corrente) sui vari sottotipi di questo tumore. I risultati dello studio, sostenuto da Fondazione AIRC, pongono le basi per l’identificazione di caratteristiche molecolari che potrebbero essere utilizzate in futuro come “biomarcatori” per predire la risposta al trattamento nei pazienti affetti da questo tipo di cancro.
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